Un giovane di 19 anni è stato arrestato a Palermo con l’accusa di aver abusato sessualmente della cugina di 8 anni.
Un giovane di 19 anni è stato arrestato a Palermo con l’accusa di aver abusato sessualmente della cugina di 8 anni. L’incidente è emerso quando la bambina, in lacrime, ha confessato l’accaduto alla madre. La piccola è stata immediatamente portata all’ospedale Di Cristina per accertamenti medici, che hanno confermato i segni della violenza subita.
Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile di Palermo, che ha rapidamente raccolto prove e testimonianze per costruire il caso contro il sospettato. La madre della vittima ha dichiarato che il giovane, considerato quasi come un figlio dalla famiglia, aveva tradito la loro fiducia in modo gravissimo. L’arresto del diciannovenne è avvenuto dopo tre giorni di intense investigazioni, culminate con l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice.
Dettagli delle indagini e dell’arresto
La segnalazione iniziale è partita dall’ospedale Di Cristina, dove la bambina è stata ricoverata. La madre aveva accompagnato la figlia al pronto soccorso, spiegando immediatamente ai medici i suoi sospetti su un possibile caso di abuso sessuale. I medici, dopo aver eseguito i primi esami, hanno contattato la polizia. In risposta, diverse pattuglie si sono recate sia all’ospedale sia all’abitazione dove si sarebbe consumato l’abuso, generando momenti di tensione tra le due famiglie coinvolte.
La madre della vittima ha descritto dettagliatamente l’accaduto, come ripreso da today.it: “Eravamo a casa, all’ora di cena, e mia figlia mi ha chiesto di salire a mangiare dai cugini. Dopo mezz’ora è tornata piangendo, dicendomi che era stata toccata. Era bagnata e aveva macchie di sangue“. Queste parole hanno dato un quadro chiaro e doloroso della situazione, contribuendo alle indagini.
La reazione della comunità e il futuro del caso
La comunità di Ciaculli, quartiere di Palermo da cui proviene la famiglia, è rimasta sconvolta dall’accaduto. Gli investigatori hanno interrogato il diciannovenne, che per motivi di sicurezza era stato temporaneamente ospitato dalla sorella in un comune vicino. La piccola vittima, traumatizzata, è stata ascoltata in audizione protetta alla presenza di un magistrato e di uno psicologo, nel tentativo di raccogliere ulteriori dettagli sull’abuso.